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La plebe, parte III

Vittorio Bersezio

Vittorio Bersezio

La plebe, parte III

CAPITOLO I

Il marchese di Baldissero, se vi ricorda, aveva recato seco il manoscritto di Maurilio che gli agenti di polizia avevano sequestrato nella perquisizione fatta in casa il pittore Vanardi. Le poche cose che ne aveva lette fugacemente, segnate colla matita rossa dal commissario Tofi ed additategli dal Governatore, lo avevano invogliato, uomo di alto senno e di imparziale giudizio qual egli era, di fare piГ№ ampia ed esatta conoscenza, come si suol dire, colle idee ardite insieme, e per lui, ed in quel tempo massimamente, affatto nuove, manifestate dal giovane pensatore.

Sedutosi adunque nel suo severo studiolo, dove siamo giГ  penetrati, il marchese lesse con attenzione gli squarci seguenti:

В«Sieyes disse in sul fine del secolo scorso la sua famosa frase: В«Che cosa ГЁ il terzo stato? Nulla. Che cosa dev'egli essere? Tutto.В» Egli con ciГІ esprimeva la sintesi, la conclusione del movimento di progresso del secolo XVIII nell'ordine politico ed economico, il programma della rivoluzione che ne legava le basi dell'attuazione e ne lasciava compiere l'edifizio al secolo corrente. E questo secolo non si finirГ  senza che si proclami un'altra formola, od anche non proclamata in parole senza che si cominci ad effettuare nei fatti, la seguente: В«Che cos'ГЁ la plebe? Uno stromento cieco, una forza senza guida, di cui si ha paura e cui si comprime, capace ora piГ№ del male che del bene. Che cosa ha ella da diventare? Una forza consciente ed illuminata, che abbia essa stessa la ragione, e colla sua potenza trascini il mondo nella via del bene.В» Ancor essa, la plebe, ha da diventar tutto, perchГЁ nel suo gran seno ha da avvolgere e contenere e confondere quelle separazioni che ora diconsi classi, fatta serbatoio unico e comune di tutte le intelligenze, di tutte le individualitГ  operatrici, in una specie di emanatismo politico, nell'unitГ  di popolo.

В«Leggevo l'altro giorno di certe macchine a vapor acqueo che mandano innanzi sopra rotaie di ferro una filza di carri di peso madornalissimo con velocitГ  meravigliosa e fanno muovere i congegni e le ruote d'un intiero opifizio con un movimento trasmesso. Cotal forza di vapore non diretta, mal governata puГІ essere uno sterminio; in quell'organismo meccanico ГЁ una benedizione. Ecco l'immagine della plebe nel movimento sociale: ecco la sua parte che oramai viene ad assegnarle il progresso allo stadio in cui si trova. Abbandonata a sГЁ, malamente e a torto compressa, disordina o scoppia con danni infiniti. L'organismo meccanico che deve farne una forza utile ГЁ l'assetto politico e sociale che conviene rimutare di molto, non certo per bruschi passaggi, ma per lente gradazioni di miglioramenti.

«Ma quest'organismo politico e sociale deve egli esser quello che attuò l'assolutismo accentratore, per cui la volontà d'un solo dia norma e regola a tutto il movimento della vita pubblica d'un popolo; deve egli esser quello che sognano i comunisti per cui la società assorbendo compiutamente ogni personalità, distrugge la libertà individuale per fare di tutti la ruota d'una macchina agente di forza sotto una specie di legge fatale? No: sono tirannia e il comunismo e l'assolutismo, due forme d'un medesimo errore, d'un medesimo delitto, lo schiacciamento della personalità umana, sul libero sviluppo della quale deve fondarsi il progresso dell'evo moderno. La condizione, l'ambiente in cui e per cui deve aver luogo la rigenerazione della plebe può essere soltanto LA LIBERTÀ…

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В«L'umanitГ  cominciГІ per essere tutta schiava, perchГЁ tutta ignorante: schiava delle forze della natura che non aveva imparato ancora a vincere e guidare, schiava dei proprii istinti animali che non aveva ancora imparato a dominare e farne virtГ№ ed affetti. Dalla profonditГ  di questo abisso di tenebre intellettuali e morali, cominciarono a sorgere gradatamente ad una luce relativa sempre via via crescente i pochissimi, poi i pochi; cominciano ora ad es